Solitamente, alla fine di
ogni anno, siamo soliti farci gli auguri e propositi sull'anno che
verrà: anche quest'ultimo capodanno non è stato da meno, tutti noi
abbiamo sperato che questo 2020 potesse portare un'aria di
innovazione e di speranza rivolta al futuro, che potesse portarci
pace e armonia, sia a livello nazionale, che a livello continentale e
mondiale. A quanto pare, il nuovo anno ha portato sì dei
cambiamenti, ma non proprio quelli che auspicavamo: a partire dai
primi giorni di gennaio, abbiamo avuto paura dello scoppio di una
terza guerra mondiale, abbiamo sofferto con il popolo australiano per
i massicci incendi che hanno devastato il paese e, ultimo ma non per
importanza, stiamo assistendo alla diffusione di un virus che sta
dilagando in tutto il mondo. Il Coronavirus, o scientificamente
denominato Covid-19, è un virus che attacca le vie respiratorie del
corpo umano, la cui mortalità di per sé non è alta, ma che, se
accompagnata da altre patologie, può risultare fatale. Questa
pandemia sta avendo una risonanza altissima a livello mediatico,
creando così il panico fra la masse e avendo cosi un riscontro
fortissimo a livello economico e culturale mondiale. Ieri, 12 marzo
2020, la borsa di Milano ha chiuso con il -16,92%, la peggiore
giornata della storia dell'indice. Questo significa che i
risparmiatori italiani, i quali hanno investito i propri soldi in
titoli, hanno visto perdere una parte considerevole dei propri
risparmi. Le parole del neo-presidente della BCE, la francese
Christine Lagarde, non sono state particolarmente d'aiuto in questo
periodo drammatico: le sue dichiarazioni, con le quali in sostanza ha
dichiarato che non è compito suo tenere sotto controllo l'andamento
dei titoli di stato italiani, non hanno fatto altro che aumentare lo
spread, facendo diminuire ulteriormente il valore dei titoli italiani
e aumentare il costo del debito pubblico di quasi due punti
percentuali. Ma la musica non cambia negli altri indici europei e
mondiali, le borse sono al ribasso e il potere d'acquisto del dollaro
sta diminuendo considerevolmente, accompagnato dalla nostra valuta.
L'economia mondiale quindi è in recessione: quanto tempo ci vorrà
per far sì che ci si riprenda da quella che ha tutta l'aria di
essere una nuova crisi finanziaria mondiale ? Ma soprattutto, come è
possibile salvaguardare le necessità e i diritti delle piccole e
medie imprese che sono presenti sul territorio nazionale e che
risentono di più di questa crisi che, come abbiamo notato, non ha
più solamente risonanza sociale ma anche economica ? Il governo, sta
lavorando duramente per ovviare a questo problema, gli ultimi
decreti, firmati in data 5 marzo 2020 e 11 marzo 2020, prendono
misure certamente drastiche ma necessarie: fermare tutto, tranne i
servizi essenziali, per preservare la salute del cittadino. Una
misura più che giusta, accompagnata da una sospensione del pagamento
di tasse e di mutui, per far sì che ognuno possa pagare quando ha
disponibilità e per non far gravare ancor di più il peso di una
momentanea sospensione del lavoro e quindi della mancanza di denaro.
Ulteriori aiuti sono arrivati dall'UE: il presidente della
Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha stanziato dei fondi pari
a 25 miliardi in soccorso del nostro paese: un gesto forte, per
dimostrare che lo spirito di comunità dell'Unione Europea è più
vivo che mai, uno spergio nei confronti di coloro che vorrebbero
vedere l'Italia fuori da questo sistema, che si dimostra efficace ed
efficiente nel momento del bisogno.
L'appello del primo ministro Conte a non uscire di casa, accompagnato dalla campagna social caratterizzata dall'hashtag #iorestoacasa, sta lentamente raccogliendo i propri frutti: molti sono gli italiani che hanno recepito il messaggio e stanno compiendo dei sacrifici per risolvere al più presto il problema. Ora più che mai bisogna esser solidali sia verso noi stessi che verso gli altri, che questo nuovo senso di comunità ci leghi ancor di più, e che ci faccia apprezzare i piccoli godimenti della vita una volta che tutto questo sarà finito. Insieme possiamo farcela, insieme dobbiamo farcela.
L'appello del primo ministro Conte a non uscire di casa, accompagnato dalla campagna social caratterizzata dall'hashtag #iorestoacasa, sta lentamente raccogliendo i propri frutti: molti sono gli italiani che hanno recepito il messaggio e stanno compiendo dei sacrifici per risolvere al più presto il problema. Ora più che mai bisogna esser solidali sia verso noi stessi che verso gli altri, che questo nuovo senso di comunità ci leghi ancor di più, e che ci faccia apprezzare i piccoli godimenti della vita una volta che tutto questo sarà finito. Insieme possiamo farcela, insieme dobbiamo farcela.
Hamza El Moukadar, resp. Europa e Relazioni Internazionali GD
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