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martedì 3 novembre 2015

Riscaldamento globale. L'ABC

C’è disgelo e disgelo. Quello pericolosamente vicino, ma ancora evitabile delle calotte polari artiche, e quello imprescindibile e imperativo delle nostre coscienze.



Non tutti sanno che dal 1992, anno del cosiddetto Summit della Terra di Rio de Janeiro, è in vigore un trattato detto Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il cui contenuto mira alla riduzione delle emissioni di gas serra colpevoli, com’è noto, dellaumento del Riscaldamento Globale.

Questo documento viene aggiornato attraverso dei protocolli(il più famoso è quello di Kyoto del 1997) stipulati in periodiche Conferenze delle Parti (COP). Lultima di queste, la COP21, si svolgerà a Parigi dal 30 novembre all11 dicembre 2015: per comprenderne la reale importanza occorre fare qualche passo indietro, analizzando nel modo più chiaro e semplice possibile ciò che sta avvenendo al nostro pianeta.



Per effetto serra sintende quellinsieme di fenomeni che regolano il contenuto di gas serra allinterno dellatmosfera; i principali gas serra sono, in ordine decrescente: vapore acqueo, anidride carbonica, metano e ozono. Questi gas hanno la capacità di essere trasparenti alla radiazione solare entrante nel nostro pianeta, mentre sono opachi a quella uscente: in altre parole permettono al nostro pianeta di trattenere una parte di energia solare tale da consentire un equilibrio termico adatto allo sviluppo della vita.



Lattività umana a partire dallinizio del XX secolo ha alterato sensibilmente questo equilibrio in due modi: attraverso la deforestazione - le foreste infatti assorbonola maggior parte dellanidride carbonica, presente nellatmosfera - e immettendo allinterno dellatmosfera grandi quantità di anidride carbonica e metano per un incremento rispettivamente del 36% e del 148% rispetto ai livelli preindustriali.
I gas serra rilasciati dallattività antropica provengono principalmente dalluso di combustibili fossili come petrolio, carbone e gas naturale, nonché dai processi digestivi e dallevaporazione dei gas contenuti nel letame di bovini, ovini e caprini. Questultima causa, probabilmente la meno nota nonostante la sua efficacia in termini dimpatto ambientale, è da imputare alla grande quantità di allevamenti intensivi, che per foraggiare il bestiame coprono peraltro un terzo delle coltivazioni mondiali, desertificando come conseguenza il 20% dei terreni del pianeta.

Tutto ciò produce un aumento della temperatura media del pianeta (Riscaldamento Globale- Global Warming) che il gruppo di scienziati ed esperti facenti parte dellIPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) stima attorno ai 6,4°C alla fine del secolo corrente.
Il che porta con sé una serie di effetti sconcertanti già visibili ai nostri occhi: scioglimento dei ghiacciai continentali, con imminenza di siccità per le zone che dipendono dalle acque glaciali;  scioglimento delle calotte polari, con conseguente innalzamento del livello del mare e riduzione delle terre emerse; aumento dellenergia nellatmosfera che inevitabilmente genera eventi meteorologici estremi quali siccità, alluvioni (eventi arcinoti nella nostra penisola), cicloni (come quello che tuttora flagella lo Yemen), ondate di caldo e di gelo.
A tutto ciò si legano indissolubilmente danni economici ingenti e la possibilità di mutamenti sociali e demografici di portata storica: per non andare troppo sul catastrofico, citiamo non ultima limminenza di migrazioni epocali da parte di popolazioni da zone calde e desertiche, che potrebbero verificarsi in un domani non troppo lontano, e che non possiamo certo permetterci di affrontare con la sufficienza di chi sta bene nel proprio orticello.

Ma prima ancora di fare di questi ragionamenti, occorre innanzitutto attuare delle politiche che influiscano sui fattori principali del Global Warming, cercando di bloccarne lincremento oltre i 2°C, che la maggior parte degli esperti mondiale definisce come la soglia ultima oltre la quale il disastro parrebbe inevitabile.
È per questo motivo che la COP21 si rivela di fondamentale importanza per stabilire regole vincolanti e ratificare con urgenza piani di riduzione drastica delle emissioni, che sollevino il futuro dellumanità da questo gravissimo macigno.
E, a dispetto di chi pensa che trattare di questi argomenti sia cosa futile e ben poco influente, noi, Giovani Democratici, riteniamo che sapere e sensibilizzare sia cosa essenziale, per reagire nel piccolo ecosistema delle nostre vite ed essere esempio e fermento di quella che forse è la più nobile tra le battaglie politiche democratiche, cioè quella di agire a lungo termine, come dice papa Francesco, oltre il limite della gloria e del benestare presente. Attraverso un disgelodelle nostre coscienze, troppe volte miopi e incapaci di guardare attorno e davanti ai propri passi.

Lorenzo Bellini

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