Ma cosa
sono i vaccini?
Proviamo ad
immaginare un piccolo esercito all’interno delle mura di un castello, ovvero il
nostro organismo e le sue difese immunitarie (costituite da cellule ed altre
sostanze,che nella nostra metafora sono i cavalieri e le loro armi); la
possibilità che il castello venga attaccato da bracconieri, nemici stranieri,
organismi senza scrupolo e intemperie atmosferiche è molto alta. Le mura del
castello sono più o meno salde, il fosso che lo circonda più o meno profondo e
il ponte levatoio può essere alzato o meno. Ecco, ora immaginiamoci che dei
nemici pentiti, ma di fiducia, oppure delle nostre spie, entrino in questo
castello, portino rifornimenti, armi, incoraggiamenti, e tutto ciò che può aver
bisogno una realtà isolata come nella nostra storia. Così funzionano i vaccini,
efficaci aiuti che, in modo naturale, ed
è bene sottolinearlo, stimolano il
nostro corpo a prevenire l’invasione di quelli che si possono dimostrare nemici
talvolta invincibili, specialmente in quei castelli dove il ponte levatoio
tende a rimanere abbassato, e la via di ingresso ai microbi risulta spianata. Nonostante
l’indiscussa importanza delle vaccinazioni, che riducono di molti zeri il numero
di morti ogni anni, ormai da qualche anno sono le vittime prescelte per
campagne scientificamente infondate ma,
fatto ancor più grave, portate avanti a fini di lucro, come il famoso caso
Wakefield.
Sfatiamo
quelli che sono i più comuni miti legati a questa pratica di Sanità Pubblica:
·
Il vaccino trivalente (morbillo,parotite,rosolia) causa l’autismo.
L’esordio
di questa bufala risale ad uno studio (condotto su 12 bambini, numero
statisticamente insignificante) condotto dal medico Wakefield e pubblicato, e dopo
ritirato, dalla rivista scientifica The Lancet. Indagini svolte in seguito
misero in evidenza la contraffazione dei dati anamnestici, Wakefield
infatti, oltre a sottoporre bambini ad inutili esami invasivi come colonscopia e punture lombari, aveva omesso
la pregressa diagnosi di disturbi dello sviluppo in 5 dei 12 bambini e numerosi
altri particolari, come il reclutamento delle 12 famiglie tra quelle contrarie
alle vaccinazioni.
·
I vaccini contengono mercurio e sono neurotossici.
Il mercurio è un elemento diffuso sulla terra, contenuto in
acqua, terreno, piante e animali. Il metilmercurio, composto organico del
mercurio e neurotossico in quantità elevate, viene assunto dall’uomo
soprattutto tramite gli alimenti di origine marina. Tuttavia nei vaccini non è
presente il Metil mercurio bensì l’Etil mercurio, composto differente dal
precedente, di tossicità molto inferiore in quanto metabolizzato ed eliminato
in modo più efficiente dal nostro organismo. Inoltre l’etilmercurio derivato
dal thimerosal, il conservante utilizzato nei vaccini, viene assunto per via differente (parenterale,
ovvero tramite puntura sottocutanea), a basso dosaggio, in maniera
intermittente e non costante.
·
Il vaccino per l’influenza è inutile e serve solo ad arricchire le
case farmaceutiche.
La
necessità di somministrare alle categorie a rischio, come gli anziani e i
bambini piccoli, il vaccino dell’influenza tutti gli anni, unito all’insorgenza
di influenze durante l’inverno anche in coloro che si sono sottoposti alla
vaccinazione potrebbe far pensare ad una sua inefficacia. Analizzando la prima
obbiezione si può facilmente dimostrare che il virus dell’influenza cambia
rapidamente il suo aspetto, mascherandosi e risultando sempre nuovo alla nostra
immunità che non può proteggerci se non ha già incontrato il nemico, per questo
tutti gli anni il vaccino dell’influenza, che viene preparato e testato già a
partire da Febbraio, deve essere prodotto nuovamente e reintrodotto in circolo.
C’è un altro aspetto da considerare ed è quello che questo vaccino va a
stimolare un tipo di immunità che, sfortunatamente per noi, non è duratura (e
non è certo colpa delle case farmaceutiche!). Per quanto riguarda la seconda obiezione
ci sono due principali punti da mettere in evidenza; il primo riguarda il fatto
che in circolo ci possono essere numerosi ceppi di virus e non tutti possono
essere introdotti nei vaccini, vengono dunque scelti quelli più patogeni e più
diffusi. Il secondo punto è il risultato delle differenze interindividuali che
si possono riscontrare nella popolazione, in poche parole alcune reagiscono e
sviluppano una difesa migliore altri, invece, tendono a rispondere meno
prontamente. Tuttavia è necessario mettere in evidenza che in ogni caso le
influenze si presentano in modo molto più flebile di quanto non farebbero se il
paziente non fosse stato vaccinato.
“Forse la percezione del rischio non
si basa tanto sul calcolo dei rischi stessi ma sull’incommensurabilità della
paura. I nostri timori sono condizionati dalla storia, dall’economia, dal
potere sociale, dai miti e dagli incubi, ci affezioniamo alle nostre paure,
proprio come facciamo con tutte le nostre convinzioni.” (cit. Eula Bliss).
(Per approfondire: www.vaccinarsi.org/contro-la-disinformazione)
Federica Benvenuti
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