L'idea
di una Forza Armata Comune per gli Stati dell'Unione Europea è viene
da molto lontano: è datata addirittura 1950, quando l’Italia,
nella figura del Ministro Carlo Sforza, lanciò la proposta, che non
piacque molto agli USA che temevano un allontanamento dalla NATO,
costruita pochi anni prima.
L’idea
fu inizialmente accolta bene dagli Stati europei, ma poi
successivamente bocciata dall'Assemblea Francese, che temeva un
parziale riarmo tedesco (dopo la Secondo Guerra Mondiale la Germania
era impossibilitata ad avere un esercito nazionale). Inoltre, poco
prima della votazione dell’Assemblea, morì Stalin (5 marzo 1953) e
con lui si attenuò il conflitto Est-Ovest rendendo meno urgente un
riarmo Europeo.
L’idea
di una difesa comune e di un efficientamento della spesa militare,
comunque, non è mai stata abbandonata, come si capisce da una
clausola del Trattato di Bruxelles (1953) poi ripresa anche dal più
recente Trattato di Lisbona (entrato in vigore il 1º dicembre 2009),
dove si dice: «La politica estera e di difesa comune deve includere
la progressiva formazione di una politica di sicurezza comune. Ciò
condurrà ad una difesa comune, quando il Consiglio Europeo, agendo
unanimemente, deciderà così.» (TUE, articolo 27)
Questo
sviluppo è stato auspicato a più riprese da molti esponenti
politici di tutti i maggiori stati europei, in quanto l'Europa è
seconda solo agli Stati Uniti per spesa militare: la gestione
comunitaria delle forze armate troverebbe garantirebbe maggiore
efficienza e sostanziali risparmi, nonché una diversa e ben maggiore
autorevolezza dell’UE nello scacchiere geopolitico mondiale. La
necessità di una forza armata comune è stata ulteriormente messa in
luce dalla crisi Ucraina, dove l'Unione Europea ha dimostrato
debolezza ed incapacità a farsi rispettare dalla Russia.
L'unico
risultato raggiunto finora è stato quello della costituzione del
Helsinki
Headline Goal
(Obiettivo Primario di Helsinki), progetto nato nel corso di una
seduta del Consiglio Europeo del dicembre 1999 con l'obiettivo di
dotare l'unione di uno strumento militare unico entro il 2003.
L'idea di creare una forza armata unica europea suscitò immediatamente grande interesse nell'opinione pubblica.
Con un anno di ritardo sul programma, il 22 novembre 2004 è stato raggiunto un accordo formale e le European Rapid Reaction Force (Forze di reazione rapida europea) sono attive con 60.000 uomini dispiegabili in teatro fino ad un anno dal 2007.
L'idea di creare una forza armata unica europea suscitò immediatamente grande interesse nell'opinione pubblica.
Con un anno di ritardo sul programma, il 22 novembre 2004 è stato raggiunto un accordo formale e le European Rapid Reaction Force (Forze di reazione rapida europea) sono attive con 60.000 uomini dispiegabili in teatro fino ad un anno dal 2007.
Con
il pieno raggiungimento degli obiettivi primari di Helsinki, il
Consiglio europeo nel giugno 2004 ha fissato un nuovo obiettivo
primario denominato "Headline Goal 2010" (obiettivo
primario del 2010) con l'intento di potenziare le capacità europee
nella gestione delle crisi e nella proiezione delle forze.
.Tra
le principali missioni previste figurano:
- missioni umanitarie di soccorso in caso di calamità o di evacuazione in zona di crisi;
- operazioni di disarmo e controllo degli armamenti;
- lotta al terrorismo internazionale anche in sostegno a Paesi terzi;
- operazioni di peacekeeping e assimilate;
- operazioni di combattimento.
Probabilmente
nei prossimi anni ci auspichiamo una presa di decisone definitiva,
anche indicata dall’indirizzo politico che otterrà il Parlamento
Europeo a partire dalle prossime elezione del 25 maggio.
Questa
questione lasciata in sospeso da troppo tempo deve trovare una
soluzione ottimale che possa anche porre l'Unione Europea al giusto
posto nello scacchiere mondiale e non da solita pedina degli Stati
Uniti.
Lapo
Pastacaldi
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