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mercoledì 21 maggio 2014

Difesa comune: un esercito europeo

L'idea di una Forza Armata Comune per gli Stati dell'Unione Europea è viene da molto lontano: è datata addirittura 1950, quando l’Italia, nella figura del Ministro Carlo Sforza, lanciò la proposta, che non piacque molto agli USA che temevano un allontanamento dalla NATO, costruita pochi anni prima.
L’idea fu inizialmente accolta bene dagli Stati europei, ma poi successivamente bocciata dall'Assemblea Francese, che temeva un parziale riarmo tedesco (dopo la Secondo Guerra Mondiale la Germania era impossibilitata ad avere un esercito nazionale). Inoltre, poco prima della votazione dell’Assemblea, morì Stalin (5 marzo 1953) e con lui si attenuò il conflitto Est-Ovest rendendo meno urgente un riarmo Europeo.

L’idea di una difesa comune e di un efficientamento della spesa militare, comunque, non è mai stata abbandonata, come si capisce da una clausola del Trattato di Bruxelles (1953) poi ripresa anche dal più recente Trattato di Lisbona (entrato in vigore il 1º dicembre 2009), dove si dice: «La politica estera e di difesa comune deve includere la progressiva formazione di una politica di sicurezza comune. Ciò condurrà ad una difesa comune, quando il Consiglio Europeo, agendo unanimemente, deciderà così.» (TUE, articolo 27)

Questo sviluppo è stato auspicato a più riprese da molti esponenti politici di tutti i maggiori stati europei, in quanto l'Europa è seconda solo agli Stati Uniti per spesa militare: la gestione comunitaria delle forze armate troverebbe garantirebbe maggiore efficienza e sostanziali risparmi, nonché una diversa e ben maggiore autorevolezza dell’UE nello scacchiere geopolitico mondiale. La necessità di una forza armata comune è stata ulteriormente messa in luce dalla crisi Ucraina, dove l'Unione Europea ha dimostrato debolezza ed incapacità a farsi rispettare dalla Russia.

L'unico risultato raggiunto finora è stato quello della costituzione del Helsinki Headline Goal (Obiettivo Primario di Helsinki), progetto nato nel corso di una seduta del Consiglio Europeo del dicembre 1999 con l'obiettivo di dotare l'unione di uno strumento militare unico entro il 2003.
L'idea di creare una forza armata unica europea suscitò immediatamente grande interesse nell'opinione pubblica.
Con un anno di ritardo sul programma, il 22 novembre 2004 è stato raggiunto un accordo formale e le European Rapid Reaction Force (Forze di reazione rapida europea) sono attive con 60.000 uomini dispiegabili in teatro fino ad un anno dal 2007.

Con il pieno raggiungimento degli obiettivi primari di Helsinki, il Consiglio europeo nel giugno 2004 ha fissato un nuovo obiettivo primario denominato "Headline Goal 2010" (obiettivo primario del 2010) con l'intento di potenziare le capacità europee nella gestione delle crisi e nella proiezione delle forze.
.Tra le principali missioni previste figurano:
  • missioni umanitarie di soccorso in caso di calamità o di evacuazione in zona di crisi;
  • operazioni di disarmo e controllo degli armamenti;
  • lotta al terrorismo internazionale anche in sostegno a Paesi terzi;
  • operazioni di peacekeeping e assimilate;
  • operazioni di combattimento.
Probabilmente nei prossimi anni ci auspichiamo una presa di decisone definitiva, anche indicata dall’indirizzo politico che otterrà il Parlamento Europeo a partire dalle prossime elezione del 25 maggio.
Questa questione lasciata in sospeso da troppo tempo deve trovare una soluzione ottimale che possa anche porre l'Unione Europea al giusto posto nello scacchiere mondiale e non da solita pedina degli Stati Uniti.


Lapo Pastacaldi

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